L’area geografica è uno degli elementi tuttora più utilizzati in termini di diversificazione degli investimenti, sia in ambito azionario che obbligazionario. E la scelta può ricadere su singoli Paesi (ad esempio Germania piuttosto che Giappone) oppure su aree più diversificate, ad esempio Nord America piuttosto che Europa o Asia. Mantenendosi nel contesto dell’Europa allargata –non solo area euro quindi- esiste un’area geografica che presenta peculiarità interessanti, sebbene sia piuttosto concentrata come opportunità di investimento azionario. Si tratta dei Paesi nordici, che geograficamente si collocano appunto nell’estremità a Nord del vecchio continente.
I Paesi nordici sono Norvegia, Svezia, Danimarca e Finlandia, che possono contare anche su elementi macroeconomici molto robusti. Solide basi dell’economia locale e alta affidabilità sono fattori molto importanti, confermate dal rating creditizio AAA (o AA+ nel caso della Finlandia) che li accomuna. Tra i fattori dominanti da cui derivano i rating creditizi eccezionalmente elevati si segnalano la stabilità politica, le finanze statali solide, l’attenzione alle tematiche di sostenibilità, queste ultime molto in voga negli ultimi anni e in grado di catalizzare l’interesse e gli investimenti a livello internazionale. Cruciale anche la differente esposizione in termini settoriali rispetto agli indici rappresentativi dell’area euro. In particolare la sovraesposizione al settore industriale e ai titoli farmaceutici e della salute, a scapito delle azioni delle utility e alimentari.
In termini obbligazionari l’appeal medio al giorno d’oggi è scarso, in quanto le politiche sincronizzate delle banche centrali mondiali, anche per i Paesi che non adottano l’euro, hanno fatto si che i rendimenti si sono portati su valori molto penalizzanti, anche per buona parte dei Paesi nordici. Solo la Norvegia esprime valori a scadenza interessanti (1,4% annuo circa sul decennale), ma c’è da mettere in conto il rischio di cambio. Il cambio euro-corona norvegese è infatti piuttosto volatile, mentre sono più stabili i cross verso la corona svedese (0,4% annuo di rendimento sul decennale) e soprattutto danese (rendimento nullo). Dal punto di vista tecnico e statistico è l’azionario che offre le migliori opportunità, ed è sul medio-lungo periodo che si ottengono i migliori risultati da questa forma di investimento.
Il rapporto rendimento-rischio rispetto agli indici dell’area euro è infatti molto elevato, e premia in particolare durante i momenti di crisi. Il beta contenuto delle azioni nordiche – pari a 0,74 negli ultimi due anni rispetto all’Eurostoxx50- è un fattore che giova in tal senso, in quanto ha spesso aiutato a gestire al meglio gli scivoloni di mercato, limitando le perdite e facendo in modo che il successivo recupero si originasse da livelli più elevati rispetto ad altri indici, similmente a quanto accade con le strategie a minima varianza o in cerca delle bassa volatilità. E infatti il -23% osservato sull’indice Msci Nordic nel 2015-2016 si raffronta al -28% dell’Msci Emu, al pari del -27% espresso durante la crisi del Covid-10 del 2020, rispetto al -34% circa dell’Eurostoxx50.
Non è un caso che le impennate dei valori negli indici di forza relativa dell’indice Msci Nordics si sono osservate proprio nel 2016 e nel 2020. In termini di singoli Paesi sono la Svezia e la Danimarca ad avere la maggiore rappresentatività, ma è l’unione che fa la forza. Negli ultimi tre anni, valorizzato in euro, l’indice Msci Nordics ha restituito agli investitori circa il 15% all’anno, rispetto all’8% annuo scarso dell’Eurostoxx50. Ma allungando l’orizzonte fino a 10 anni i valori si collocano rispettivamente a +9,8% annuo e +6,9% annuo, già considerando i dividendi. E anche inglobando il decennio perduto dell’economia europea, considerando il periodo 1998-2021, il rendimento azionario dei Paesi nordici si attesta al 8,2% annuo, da confrontarsi con il +4,4% restituito dall’azionario dell’area euro. Questa scelta di investimento è sfruttabile sia attraverso fondi che Etf, dove in Italia è a disposizione l’Etf Amundi Msci Nordic.