L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.
MACROECONOMIA:
Il 4 dicembre l’OCSE (Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) ha presentato l’Economic Outlook: esso indica una crescita del PIL mondiale del 3,3% nel 2025, ma osserva che “la performance robusta dell’economia globale nasconde differenze molto nette tra regioni e Paesi ed è accompagnata da importanti rischi di divergenza al ribasso, e notevoli incertezze”. Il 26 dicembre la World Bank ha alzato le sue stime di crescita dell’economia cinese per il 2025, al +4,5% di PIL (rispetto al +4,1% delle precedenti indicazioni). Nonostante l’Organizzazione di Washington preveda che la domanda delle famiglie cinesi rimarrà debole e la fragilità del settore immobiliare continuerà a pesare, la revisione a rialzo delle stime è motivata dalla forza dell’export e dall’intensità delle misure di stimolo fiscale e monetario, destinate ad impattare positivamente, almeno a breve termine. L’indicazione della World Bank è degna di nota, perché giunge mentre la maggior parte degli istituti economici permangono pessimisti sull’economia di Pechino, nonostante i mercati finanziari nel 2024 abbiano ridato fiducia al sistema cinese (lo Shanghai Stock Exchange Composite Index ha messo a segno una performance positiva annua a doppia cifra percentuale). Tutto ciò mentre si attende l’insediamento alla Casa Bianca del nuovo Presidente, che in campagna elettorale non ha fatto mistero di voler colpire le merci cinesi con rilevanti dazi commerciali. In realtà, tra i due Big globali, la vera “vittima sacrificale” potrebbe essere l’Europa, stretta da entrambi i lati: da Washington con l’applicazione di tariffe doganali e da Pechino con l’invasione dei suoi prodotti, il cui profilo tecnologico continua a migliorare in termini di prezzo/qualità (vedi l’automotive). Non casualmente la presidente della BCE (Banca Centrale Europea) Christine Lagarde ha annunciato una politica monetaria dovish nel 2025 che prescinde dal raggiungimento del target inflation (2% annuo), sulla scorta delle crescenti preoccupazioni sul fronte della crescita economica europea. L’atteggiamento più hawkish della FED (Federal Reserve) dichiarato dal suo presidente Jerome Powell nell’ultimo meeting dell’anno amplierà il differenziale dei tassi di interesse tra le due sponde dell’Atlantico a beneficio del biglietto verde. La debolezza dell’euro potrebbe rappresentare un effetto collaterale positivo per l’export europeo di fronte alla potenziale aggressione commerciale della nuova Amministrazione USA.
GEOPOLITICA:
Il 2024 ha riconfermato il quadro già in costruzione nel 2023 (e nel 2022): un mondo sempre più in cambiamento, che sfida ogni credenza di “pace infinita” che aveva dominato la globalizzazione dei primi due decenni del Secolo. Una banalità? Forse, è più istintivo e semplicistico pensare agli avvenimenti di quest’ultimo anno come a dei casi isolati anziché come un nuovo scenario che sta andando a formarsi, e che è ancora in costruzione. È chiaro, però, che nella “nuova globalizzazione” le infrastrutture critiche sono il target di quella che va a definirsi sempre di più come guerra ibrida, dove la differenza tra obbiettivi civili e militari è sempre più sfumata. Nel Mar Baltico, ad esempio, alla fine di dicembre il sabotaggio del cavo sottomarino Estlink-2, che collega Finlandia ed Estonia, ha evidenziato la vulnerabilità delle infrastrutture tecnologiche, soprattutto europee. L’incidente, attribuito alla “flotta fantasma” russa, si inserisce in una serie di attacchi simili inaugurati con il sabotaggio di Nord Stream nel settembre 2022, che continua a propagare i suoi effetti strategici: la crisi delle riserve di gas in Europa si è infatti aggravata. Perché, nonostante l’obiettivo dichiarato di ridurre la dipendenza da Mosca, le importazioni europee di GNL russo sono aumentate del 23% nel 2024, a causa della competitività dei costi. Questi eventi dimostrano come sabotaggi fisici e pressioni economiche siano l’arma ormai più utilizzata per mantenere una leva strategica sull’Europa, che si avvia all’inizio del 2025 con sempre meno capitale politico ed economico da utilizzare nei confronti del resto del mondo. Inoltre, il 2024 ha confermato che i choke points e le vie marittime strategiche sono sempre più al centro di tensioni geopolitiche. L’affondamento della nave russa Ursa Major nel Mediterraneo attribuita ad un atto terroristico e gli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso (che hanno addirittura causato un incidente di “fuoco amico” che ha coinvolto un caccia F/A-18 della marina statunitense, abbattuto per errore da una nave americana durante le operazioni contro il gruppo yemenita!) sottolineano la vulnerabilità delle rotte commerciali globali. Se l’anno concluso ha dimostrato quanto sia labile la distinzione tra target civile e militare, lo stesso si può dire della differenza sempre più controversa tra “amici” e “nemici” nell’arena internazionale. L’interesse del Presidente Trump per la Groenlandia, appartenente alla Danimarca, ricca di risorse naturali e cruciale per il controllo dell’Artico, evidenzia da una parte il ruolo strategico della rotta artica nella competizione tra Stati Uniti, Russia e Cina, ma mostra anche quanto il tempo delle alleanze basate sui “valori democratici” sia probabilmente giunto al termine. Il 2025, quindi, se letto alla luce dello scenario di questi ultimi anni, potrebbe presentare meno sorprese di quante invece ce ne si possa aspettare da una lettura isolata del singolo evento.
TECNOLOGIA:
Bitcoin ha catalizzato lo sviluppo tecnologico ben oltre il suo intento originale come valuta digitale. La sua influenza spazia dall’innovazione Blockchain, alla tecnologia finanziaria, all’efficienza energetica e oltre. Il 5 dicembre 2024 il prezzo di Bitcoin ha superato per la prima volta i 100.000$, raggiungendo il massimo storico di 103.679$. Questo traguardo è stato guidato dall’ottimismo che circonda la posizione pro-crypto del presidente USA eletto Donald Trump, compresi i piani per deregolamentare le criptovalute ed istituire una riserva nazionale di Bitcoin. Dalla vittoria elettorale di Trump, il valore di Bitcoin è cresciuto di oltre il 50%, contribuendo a un aumento del 148% nel corso dell’anno. Gli analisti sono molto ottimisti: prevedono che se i mercati finanziari tradizionali rimarranno stabili, Bitcoin potrebbe addirittura raggiungere i 150.000$ entro la fine del 2025 (!). Un potenziale aumento così significativo del valore è in grado di attrarre sia gli investitori istituzionali che quelli al dettaglio, compresi gli europei, che lo vedono come un’opportunità di investimento ad alto rendimento. Grandi istituzioni finanziarie e persino entità governative stanno prendendo in considerazione o utilizzando Bitcoin come asset class, aumentando la fiducia e la domanda in Europa. Il motivo risiede nell’impennata di MicroStrategy, uno dei principali detentori di Bitcoin, che è entrato a far parte dell’indice Nasdaq 100 il 23 dicembre 2024. Gli investitori europei in ETF Nasdaq (ad esempio, QQQ) ottengono indirettamente esposizione a Bitcoin attraverso le azioni di MicroStrategy, che sono altamente correlate al valore di Bitcoin. Inoltre, l’implementazione del quadro dei mercati delle cripto-attività (MiCA) fornisce un insieme armonizzato di regole per il settore delle criptovalute, con l’obiettivo di bilanciare l’innovazione con la protezione dei consumatori. Prodotti come le obbligazioni garantite da Bitcoin e gli ETF stanno rimodellando la finanza tradizionale, rendendo le criptovalute più accessibili e accettabili. Le stablecoin forniscono un ponte tra valute fiat e criptovalute, offrendo stabilità nelle transazioni. Anche le nazioni con instabilità economica come la Turchia e l’Argentina, dove l’inflazione è aumentata di oltre il 40%, si stanno unendo alla tendenza. La Russia sta adottando Bitcoin per il commercio internazionale per aggirare le sanzioni occidentali, facendo leva sulla sua robusta industria mineraria. Le riforme legali supportano l’utilizzo di Bitcoin estratti per i pagamenti transfrontalieri, evidenziando il suo ruolo come strumento decentralizzato e resistente alle sanzioni per le future transazioni internazionali. Ciò riflette un cambiamento globale verso sistemi finanziari basati su Blockchain con implicazioni di vasta portata. Nonostante l’adozione, non tutte le popolazioni hanno accesso ad Internet o alla tecnologia necessaria per utilizzare le criptovalute in modo efficace. Sebbene Bitcoin sia una copertura contro l’inflazione a lungo termine, la volatilità dei suoi prezzi può comportare rischi significativi nell’orizzonte temporale di breve termine.
SINTESI DI SCENARIO:
Le criticità, soprattutto geopolitiche, non hanno impedito al 2024 di passare agli annali come uno dei migliori, in termini di performance finanziarie. Esse hanno subito un’accelerazione dopo l’elezione di Trump alla Casa Bianca, come dimostra il “caso Bitcoin”. Il 2025 si apre in continuità per alcuni nodi cruciali: cicli economici differenti nelle tre grandi aree globali (USA in forte crescita, Eurozona in stagnazione, Cina in ripresa); tensioni geopolitiche diffuse (con un confine sempre più labile tra obbiettivi militari e civili) e focus crescente sugli sviluppi tecnologici innovativi (tra cui le applicazioni Fintech e Blockchain). Gli elementi emergenti sono il caos e la fragilità sistemica, che non potranno essere ignorati ancora a lungo dai mercati finanziari.
03/01/2025