Acqua in portafoglio

Tra i temi di investimento, in ambito azionario, che hanno evidenziato sul lungo periodo un ottimo connubio tra il rendimento generato e il rischio, si segnala l’acqua. Questo tema è collocabile al confine del vasto mondo degli investimenti sostenibili, ovvero che tengono conto delle dinamiche di lungo termine della popolazione e del Pianeta e della eticità del business, elementi che gli attribuiscono ulteriore appeal. Da un lato i cambiamenti climatici e la crescita della popolazione mondiale, dall’altro lato la domanda di acqua in costante aumento e le innovazioni nella sua trasformazione nella filiera industriale, l’acqua può a tutti gli effetti essere considerato un megatrend, ovvero un tema di investimento di lungo periodo dalle elevate potenzialità di rendimento, ma a rischio non contenuto in quanto di natura azionaria.

Guardando alla domanda-offerta della materia prima, l’OCSE mette in evidenza che l’aumento della domanda mondiale di acqua dovrebbe aumentare fino al 55% entro il 2050, e i due terzi della popolazione mondiale potrebbero trovarsi in una situazione critica già entro nel 2025. Le Nazioni Unite ritengono invece che entro il 2035 la richiesta di acqua aumenterà dell’85%, e attualmente solo lo 0,25% dell’acqua presente sulla Terra può essere utilizzata, essendo il resto rappresentato da acqua salata o liquido racchiuso in luoghi inaccessibili. In futuro sarà quindi necessario sia incrementare l’offerta di acqua sia potenziare la capacità produttiva e di trasformazione oggi presente. In molte regioni del pianeta i processi di trattamento delle acque e gli impianti di riciclaggio stanno diventando sempre più rilevanti, tanto nel contesto dei Paesi sviluppati che nelle aree emergenti. I primi si troveranno davanti alla necessità di stimolare investimenti per modernizzare le infrastrutture di trattamento.

Guardando alle misura di rendimento di lungo termine, si segnala così che l’indice S&P Global Water dal 2001 ad oggi ha offerto all’investitore un rendimento in dollari del 10% annuo, rispetto al 6.8% generato dall’azionario mondiale (MSCI World). Il rischio non è però più elevato rispetto al mercato nel suo complesso, anzi in determinate fasi di mercato è persino inferiore. Nel crollo del 2007-2008 la discesa è risultata in linea all’indice globale, ma nella recente flessione di fine 2018 l’MSCI World ha lasciato sul terreno il 17% circa, mentre l’indice S&P Global Water ha limitato la discesa al 12% circa, nonostante sia molto più concentrato (50 azioni).  L’analisi del beta e della correlazione evidenzia così una sensitività dell’indice S&P Global Water verso l’azionario globale pari a 0,81 sul lungo termine, confermato dalla correlazione pari a 0,86. Molto interessante l’alpha (ovvero la forza relativa) che è in territorio positivo, a conferma dell’extra-rendimento offerto negli anni. Ovviamente non è dato sapere se anche negli anni a venire il comportamento delle azioni delle società dell’acqua sarà di pari passo così robusto, ma le premesse ci sono.

Per coloro che sono interessati ad investire una parte del capitale nel tema dell’acqua sono a disposizione singole azioni (il cui business caratteristico deriva dalla lavorazione di tale elemento), Etf diversificati, fondi di investimento. Come sempre, la scelta mirata su una sola azione è molto rischiosa, in quanto la volatilità è elevata e il rischio specifico schizza alle stelle. Una scelta più ragionata consiste nell’acquistare un prodotto diversificato, contenente decine di società mondiali che si occupano di tale business. La via più agevole e meno costosa è attraverso gli Etf, e in Italia sono due le opzioni a disposizione. iShares Global Water (legato all’indice di S&P prima descritto) costa infatti lo 0,65% annuo e permette di puntare su una cinquantina di azioni mondiali correlate al tema acqua, mentre Lyxor World Water  è concentrato su 30 azioni mondiali e costa lo 0,60% annuo. In entrambi i casi vale la pena segnalare le azioni a peso maggiore, ovvero American Water Works, Xylem, Geberit. Molte società sono Usa, con annesso rischio di cambio, mentre in termini di settori le utilities valgono solitamente la metà del portafoglio, seguita da industriali, titoli della salute e IT.  I costi dei prodotti del risparmio gestito sono invece molto più elevati, ad esempio 2,70% annuo del Pictet Water e 2,27% annuo per il fondo BNP Aqua.

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