Analisi di scenario

L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.

MACROECONOMIA:

Il consuntivo nei mercati finanziari del mese di agosto, molti dei quali stazionano su valutazioni prossime ai massimi assoluti, esprime un dato sintetico di estrema tranquillità che risulta molto lontano dagli accadimenti intervenuti. Essi sono stati caratterizzati da due fasi: il crash del 5 agosto e la ripresa successiva. Per quanto riguarda il primo aspetto, l’epicentro del terremoto finanziario è stato Tokyo, dove l’indice Nikkei225 ha subito il secondo maggiore crollo (-12.4%) in assoluto della sua storia, trascinando a ribasso l’equity a livello globale. Nonostante l’attribuzione, da parte di alcuni analisti, di una motivazione legata alle preoccupazioni sullo stato di salute dell’economia statunitense, le ragioni dell’accaduto vanno ricercate nella politica monetaria della Bank of Japan (BoJ), il cui iper-monetarismo ha posto le basi per la creazione di una gigantesca bolla finanziaria basata sull’utilizzo – a fini speculativi – del differenziale tra i tassi di interesse negli USA e quelli in Giappone, alimentando operazione di carry trade. L’aumento dei tassi di interesse operato dalla BoJ a fine luglio e le attese di un cambio strutturale nella politica monetaria a Tokyo hanno determinato la chiusura rapida delle operazioni di carry trade, provocando l’onda ribassista sui listini azionari e il contestuale apprezzamento dello yen. Il repentino ripensamento della BoJ, costretta a smentire le indicazioni di politica monetaria restrittiva, hanno riportato la calma nei mercati finanziari, che nelle restanti sedute hanno recuperato la totalità (o quasi) delle perdite incassate ad inizio mese. Nonostante il rimbalzo, il tema dell’iper-monetarismo e dei suoi effetti collaterali permane centrale, ed irrisolto, come evidenziato dall’esito del simposio dei banchieri centrali a Jackson Hole, dove l’intervento del presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha sciolto ogni dubbio sul pivot FED. Esso inizierà a produrre gli effetti a partire dal taglio dei tassi previsto nel meeting del 17-18 settembre, anche se i mercati obbligazionari hanno già iniziato a scontarne l’impatto, con una forte discesa dei tassi di interesse lunga l’intera curva, effetto collaterale “molto positivo”, vista l’enorme e crescente mole del debito federale USA da finanziare. Il movimento dei tassi non è risultato però omogeneo lunga la curva, dove la parte a breve termine ha beneficiato maggiormente di quella a lungo termine, causandone il flattening dopo un lunghissimo periodo di inversione. Tale movimento è da osservare con estrema attenzione, in quanto negli ultimi decenni le recessioni economiche negli USA si sono manifestate proprio al termine di un periodo di inversione della curva dei tassi.

GEOPOLITICA:

Un’estate “meno infuocata” del previsto quella che si sta avvicinando alla fine, lasciando il periodo estivo con più interrogativi che elementi certi sul fronte geopolitico: la guerra in Medio Oriente troverà una risoluzione attraverso un negoziato o uno scontro ancora più diretto tra Israele, Hezbollah in Libano e Iran? La nuova incursione dell’esercito ucraino nella regione russa di Kursk farà vacillare il fronte interno a Mosca oppure lascerà invariata la situazione di stallo sul campo a cui assistiamo ormai da mesi? Per quanto ancora gli Houthi dello Yemen: continueranno ad assaltare le navi cargo passanti per il Mar Rosso causando rialzi a catena dei costi del commercio mondiale e dei prezzi dei prodotti finali? Tutte domande estremamente strategiche per visualizzare al meglio lo scenario in continua evoluzione, ma che analizzate nella loro singolarità rischiano di far perdere il quadro generale: il contesto di frammentazione geopolitica creatosi con la scomparsa di un polo di potere unico (Washington), a favore di una riconfigurazione dei pesi relativi di ciascun attore nello scacchiere globale. Questo è il motivo per cui risulta miope guardare alle diverse aree di crisi esclusivamente nell’ottica dello scontro omogeneo tra grandi potenze (Europa-Russia, USA-Iran, Occidente-Cina). Più verosimilmente, i campi del confronto sono molteplici e frammentati. Basti considerare la ricostruzione del Wall Street Journal di metà agosto, secondo la quale l’esplosione di una sezione del gasdotto russo-tedesco Nord Stream 2 (che ha minato la competitività economica tedesca) nel settembre del 2022, fu pianificata da un gruppo di alti ufficiali e uomini d’affari ucraini. Ciò proverebbe che i nemici della Germania si annidano tra le nazioni che ufficialmente risultano alleate di Berlino in ambito UE e NATO dato che anche polacchi, baltici, britannici e statunitensi apparirebbero coinvolti nel sabotaggio. L’aumento delle divergenze negli interessi economici e politici tra i Paesi europei è solo l’esempio più eclatante della nuova fase di multipolarità verso la quale investitori e imprenditori devono necessariamente riorientarsi. A testimonianza di questo cambiamento strategico la rilevazione dell’ultimo studio del Stockholm International Peace Research Institute (Sipri) che evidenzia come l’acquisto di nuove armi in Europa e la quantità di armi importate dai Paesi europei è raddoppiata dal 2022 rispetto ai cinque anni precedenti. Dieci delle più grandi aziende di Difesa al mondo hanno attualmente un portafoglio ordini per un valore di oltre 730 miliardi di dollari, in aumento di circa il 57% rispetto alla fine del 2017. Segno dei tempi che cambiano, e che continueranno a farlo al di là della tragedia della guerra in Ucraina ed in Medio Oriente.

TECNOLOGIA:

Nati per la comunicazione pubblica, la rapida evoluzione dei social media sta rendendo i governi e le forze armate più attenti ad essi. A differenza dei media tradizionali, controllati da pochi e regolamentati, i social consentono a chiunque di creare e diffondere contenuti (anche in modo anonimo), definendo comunità frammentate e rendendo più facile influenzare la pubblica opinione. Non è un mistero che Mosca abbia sfruttato i social media attraverso campagne coordinate per seminare discordia e promuovere obiettivi nazionali. I Paesi dell’UE, tra cui la Francia, hanno intensificato la regolamentazione di Internet per combattere le attività illegali e il terrorismo. Bruxelles sta promuovendo leggi di “moderazione dell’upload” che richiederebbero la scansione dei contenuti digitali, tra cui immagini, video e link, prima della crittografia. Gli utenti devono acconsentire a questo processo per condividere i file. Tuttavia, ciò solleva notevoli preoccupazioni in merito alla privacy e al potenziale abuso di potere. I governi dovrebbero avere il diritto di monitorare e controllare i contenuti online fino a questo punto? E dove dovrebbe essere tracciata la linea di demarcazione tra sicurezza nazionale e libertà individuali? Mentre l’utilizzo della popolare app di messaggistica “Telegram” prosegue, il suo fondatore, proprietario e CEO Pavel Durov è stato accusato ed arrestato in Francia per molteplici reati come la promozione del terrorismo e la vendita di droghe illecite, aprendo un caso internazionale che rimane sotto esame. Negli ultimi anni, la Francia ha inasprito le normative su Internet per combattere il terrorismo. Telegram, criticato per la scarsa moderazione e il suo utilizzo per attività illegali, è diventato bersaglio delle autorità. L’arresto di Pavel Durov potrebbe essere collegato ai tentativi del governo francese di accedere ai messaggi crittografati sulla piattaforma, che ha svolto un ruolo chiave nell’organizzazione delle proteste di piazza, consentendo il libero scambio di informazioni. Mentre Parigi cita ufficialmente la lotta al terrorismo, è probabile anche l’elemento politico nell’arresto di Durov. L’ascesa dei social media ha coinciso anche con una maggiore auto-divulgazione, rendendo i dati personali più accessibili per il targeting e la persuasione. Questa intersezione tra tecnologia e sorveglianza porta ad un altro dibattito cruciale: la crescente capacità dei governi di monitorare e influenzare la vita dei loro cittadini è un’evoluzione necessaria per la sicurezza pubblica, o rappresenta una pericolosa erosione delle libertà civili? Se combinato con tecnologie emergenti come i droni, il potenziale dirompente dei social media è amplificato, combinando sfide ed opportunità significative per i moderni stati-nazione.

SINTESI DI SCENARIO:

Mentre i mercati finanziari mostrano segni di volatilità, esemplificati dai recenti cambiamenti di politica monetaria in Giappone, e le tensioni geopolitiche si aggravano con i conflitti in Medio Oriente ed in Ucraina, le nazioni devono ripensare le loro strategie politiche e le aziende quelle economiche. L’interconnessione di questi eventi, in cui si sommano l’instabilità finanziaria, le lotte di potere globali e la sorveglianza tecnologica, richiede un approccio proattivo. I Paesi devono rafforzare le alleanze regionali e dare priorità alla sovranità digitale. Le aziende diversificare le catene di fornitura, ed i loro mercati di sbocco.  Nel frattempo, gli individui devono rimanere consapevoli delle implicazioni più ampie della tecnologia sulle libertà personali. In questo panorama in rapida evoluzione, l’adattabilità, la lungimiranza e la salvaguardia delle libertà civili sono fondamentali per la stabilità e la resilienza strategica.

04/09/2024

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