Analisi di scenario

L’analisi di scenario consente, come la composizione dei pezzi di un puzzle, di far emergere un’immagine che altrimenti rimarebbe celata. I tre pilastri dell’analisi di scenario sono: la Macroeconomia, la Geopolitica, la Tecnologia. L’immagine di scenario che emerge consente di assumere delle decisioni di natura strategica con maggiore consapevolezza e visione.

MACROECONOMIA:

La vittoria di Trump (e dei repubblicani al Congresso) alle elezioni americane ha occupato la scena economica globale, per le sue ripercussioni fiscali e commerciali ed i conseguenti effetti finanziari. Gli elementi centrali del suo programma durante campagna elettorale sono stati: riduzione delle tasse e deregulation, applicazione di dazi commerciali a Paesi terzi, blocco dei flussi migratori ed espulsione dei milioni di irregolari dal territorio statunitense. Oltre a ciò, l’attenzione è stata catalizzata dalle promesse fatte a luglio dallo stesso Trump durante la Bitcoin conference di Nashville: la creazione di una riserva federale di Bitcoin, il supporto negli Stati Uniti per il mining di Bitcoin ed in generale per la DeFi (Decentralized Finance). Ciò ha determinato un’accelerazione della spinta rialzista al prezzo di Bitcoin, giunto in prossimità dei 100.000$. Euforia che ha contagiato anche altre asset classes, in primis gli indici azionari USA, che si sono spinti verso nuovi massimi, in un movimento che ha preso il nome di “Trump trade. Anche il dollaro americano ha reagito positivamente all’elezione del nuovo Presidente, mettendo a segno un rafforzamento verso numerose valute, tra le quali l’euro. Unica nota dolente: l’aumento dei tassi di interesse, in particolar modo di quello del titolo di stato USA decennale (Treasury 10 years), che si è verificato malgrado il taglio di ulteriori 25 basis points operato dalla Federal Reserve il 7 novembre. A ben vedere, si è trattato di una reazione estremamente razionale, in quanto motivata dall’aumento del premio richiesto (dal mercato finanziario) per l’assunzione di un duplice rischio incrementale: quello dell’attesa di un’inflazione più elevata da un lato, e della diminuzione strutturale della capacità creditizia del Tesoro USA, dall’altro. E’ infatti evidente che la ricetta economica proposta da Trump avrà delle ripercussioni rialziste sia su deficit e debito pubblico (minori entrate conseguenti al taglio delle tasse) che sull’inflazione (applicazione di tariffe, dazi doganali e riduzione della forza lavoro meno pagata). Una boccata di ossigeno, per i tassi di interesse decennali USA, è arrivata con la nomina di Scott Bessent come prossimo Segretario al Tesoro: gli operatori finanziari hanno infatti apprezzato il suo “3-3-3 plan” soprattutto per il controllo del deficit federale al 3% del PIL entro il 2028. Nel raggiungimento di tale obbiettivo dovrà fare la sua parte anche Elon Musk, nominato insieme a Vivek Ramaswamy a capo del DOGE (Department of Government Efficiency), un nuovo Dipartimento per l’efficienza governativa il cui mandato è ampio: smantellare la burocrazia governativa, eliminare le regolamentazioni superflue, tagliare le spese e ristrutturare le Agenzie federali. Obbiettivi ambiziosi che pongono al centro dell’attenzione il ruolo dell’uomo più ricco al mondo, e dei potenziali conflitti di interesse tra il benessere pubblico e quello delle aziende del suo sconfinato impero privato.

GEOPOLITICA:

La città siriana di Aleppo è stata presa dai ribelli. Il 2024 si avvia dunque verso la fine con una svolta drammatica nel conflitto siriano, che sembrava essere “congelato” negli ultimi anni. Questa volta, i gruppi jihadisti, i curdi e le milizie filo-turche hanno sfruttato la debolezza delle forze governative per conquistare una nuova parte di territorio. Dopo l’indebolimento del sostegno al regime siriano da parte di Russia (occupata nell’invasione dell’Ucraina) e delle milizie filoiraniane come Hezbollah (impegnate nel conflitto contro Israele), le forze oppositrici del governo di Damasco hanno sfruttato il momento per lanciare l’offensiva, obbligando le forze governative a battere in ritirata. D’altronde la regola d’oro della geopolitica difficilmente non trova realizzazione: ogni vuoto di potere, presto o tardi, viene colmato. La Siria è quindi l’esempio perfetto che ci restituisce in maniera tragica la fase di riconfigurazione dei fragili equilibri sullo scacchiere internazionale, dove basta muovere poche pedine per cambiare l’intero gioco. Sempre in Medio Oriente, ad esempio, il recente cessate il fuoco tra Israele e Hezbollah, pur non ponendo la parola fine al conflitto, potrebbe costituire un momento di riassestamento della linea politica e strategica di molti attori della regione. Tra essi l’Arabia Saudita, che ha clamorosamente rinunciato a perseguire un ambizioso trattato di difesa con Washington in cambio della normalizzazione delle relazioni con Israele: un ostacolo tutt’altro che indifferente per la risoluzione della crisi mediorientale attraverso i desiderata americani. In Ucraina, invece, il conflitto in corso sfida ormai ogni logica temporale, mostrando come difficoltà militari, morale basso, minori risorse e criticità economiche da entrambi i lati non riescono a ridurre l’intensità degli scontri. L’espansione del conflitto con il probabile coinvolgimento di truppe nordcoreane e addirittura degli Houthi dello Yemen mostra invece quanto la guerra sia diventata più globale. Teatri che lasciano pensare che l’insediamento di Donald Trump a gennaio 2025 porterà con sé inevitabili ulteriori scossoni all’ordine internazionale post-Guerra Fredda, in cui gli USA, inevitabilmente, continueranno ad essere sfidati nella supremazia globale. Mentre si attende l’insediamento del nuovo Presidente, infatti, le evoluzioni continuano e il conflitto assume forme diverse. Il presunto sabotaggio di due cavi sottomarini in fibra ottica nel Mar Baltico a metà novembre (per il quale è indagata una nave da carico registrata in Cina) dimostra ancora una volta che la guerra ibrida, cioè la guerra condotta fuori dal campo di battaglia convenzionale, è anche la nostra realtà. La consapevolezza di questo cambiamento è la prima linea di difesa per prendere assumere oculate.

TECNOLOGIA:

Il passaggio all’energia pulita si basa su minerali critici come rame, litio, nichel e cobalto, essenziali per tecnologie come turbine eoliche, pannelli solari e veicoli elettrici. La domanda di minerali potrebbe crescere di sei volte entro il 2050, superando il valore di mercato del carbone del 2020. L’estrazione mineraria si basa fortemente sui combustibili fossili per l’energia, non sull’energia eolica o solare, il che la rende uno dei maggiori responsabili delle emissioni di CO2. La transizione verso l’energia pulita richiede cioè una quantità significativamente maggiore di minerali rispetto alle tecnologie dei combustibili fossili. I veicoli elettrici richiedono sei volte più minerali rispetto alle auto convenzionali, mentre gli impianti eolici hanno bisogno di nove volte più minerali rispetto agli impianti a gas. I materiali critici includono il litio per le batterie dei veicoli elettrici, le terre rare per le turbine eoliche e il rame per la trasmissione dell’elettricità. La domanda di questi minerali continuerà a crescere fino al 2040 con quella di rame che raddoppierà; quella di litio potrebbe aumentare  di 40 volte per raggiungere gli obiettivi climatici. Sebbene l’estrazione di energia pulita abbia un impatto di carbonio inferiore rispetto ai combustibili fossili, pone rischi per la biodiversità. Le soluzioni includono la riduzione dei consumi, lo sviluppo del riciclo e l’adozione di standard minerari responsabili. L’International Copper Association (ICA) promuove la produzione e il riciclo sostenibili del rame per sviluppare la transizione verso l’energia pulita. Il riciclo del rame utilizza l’80-90% di energia in meno rispetto alla produzione primaria, risparmiando 40 milioni di tonnellate di CO₂ all’anno. La roadmap di ICA mira a zero emissioni nette nell’estrazione e nella produzione di rame entro il 2050, concentrandosi su pratiche innovative come The Copper Mark, che copre il 20% della produzione globale di rame. La riciclabilità del rame garantisce il suo ruolo vitale nell’economia circolare, riducendo il consumo di risorse e l’impatto ambientale. Gli sforzi per rendere l’attività mineraria più pulita si concentrano sulla riduzione delle emissioni, del consumo di energia e dell’impatto ambientale. Le tecnologie includono i veicoli minerari elettrici a batteria (BEV), che eliminano l’uso del diesel, con aziende come Caterpillar e Sandvik che guidano le innovazioni. L’intelligenza artificiale (A.I.) e l’automazione migliorano l’efficienza e riducono gli sprechi, mentre l’estrazione mineraria alimentata da fonti rinnovabili utilizza il solare e l’eolico, come nella  miniera cilena BHP Escondida, che opera con energia rinnovabile al 100%. In Australia, la miniera Gudai-Darri di Rio Tinto integra l’energia solare e l’automazione avanzata. La lisciviazione in situ riduce le interruzioni e il trattamento senza acqua previene la contaminazione.  Anche il riciclaggio dei rifiuti elettronici e l’economia circolare contribuiscono all’offerta, considerato il raddoppio globale di rame previsto entro il 2040.

SINTESI DI SCENARIO:

Mentre i mercati finanziari reagiscono ai cambiamenti politici ed economici, esemplificati dalle politiche di Trump e dal loro impatto sul commercio, sulla valuta e sull’inflazione, l’instabilità geopolitica si intensifica in regioni come la Siria, l’Ucraina e il Medio Oriente, segnalando una riconfigurazione delle strutture di potere internazionali. Nel frattempo, la transizione globale verso l’energia pulita sottolinea il ruolo critico delle catene di approvvigionamento minerario, con le sfide derivanti dalle dipendenze ambientali e geopolitiche. Queste tendenze interconnesse evidenziano la necessità per le nazioni di adottare politiche proattive, rafforzando le alleanze e diversificando le fonti delle risorse. Le aziende devono innovare attraverso pratiche sostenibili e l’integrazione tecnologica, mentre gli individui devono rimanere vigili sui cambiamenti in atto ed i loro impatti strategici. L’adattabilità, la lungimiranza e la governance etica sono fondamentali per navigare in questo panorama sempre più caotico.

03/12/2024

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